Gene Napolitano è un EP contenente 6 brani inediti, composti dal musico-poeta Vincenzo Aversano.

Questa mini-raccolta di canzoni, tre in italiano e altrettante in napoletano,  nasce dall’esigenza che l’Autore ha sentito, nelle  faticose e non poco tormentate tappe della sua vita, di comprendere e rivelare, in una, il “senso” degli uomini e delle cose. Uscito dalle macerie dell’ultimo conflitto e ormai avanti negli anni, era forse tempo ormai per lui di suggellare in antologia, dopo la pubblicazione di tre  sillogi poetiche in vernacolo,  alcune testimonianze “sonore” (quasi tutte giovanili, a parte il Valzer scaccia Covid e il testo di Natale in borgata), di una ricerca esistenziale che ha sempre connotato il suo agire. Difatti, vuoi come cittadino o apprezzato didatta e prolifico docente universitario geografo, vuoi come tenero padre di famiglia, egli ha sempre puntato a trasmettere a figli e studenti i valori portanti di una società sana e aperta a un futuro migliore: amore per gli altri e per la Natura, libertà, responsabilità, indipendenza di giudizio per affermare giustizia effettiva, equità sociale e quanto altro possa condurre a realizzare una “fratellanza e una rinascita universale” oltre le <<patrie>>.

   Ammantare di bellezza versificata e musicata queste ansie valoriali, sostenute da un’etica irenico-cristiana che associa la rêverie fantastica al coraggio della denuncia sociale,  è servito  – e può valere per ogni uomo – a resistere ai colpi del “destino”, di qualsivoglia origine. Ed ecco venir fuori: la pena per il primo vero amore smarrito; la speranza e la gioia a fronte della pandemia, napoletanamente e onomatopeicamente scacciata;  una ninna nanna incantata e preoccupata per il suo neonato, cui da bambino egli ha cercato di dare consigli “impossibili” al cospetto del mistero del male; la denuncia forte delle ingiustizie socio-spaziali, penalizzanti specie i bambini, e specie nel Natale non uguale per quelli “di borgata” (i paesi poveri); il lamento funebre per un amico che migliore non poteva essere (e per tutti quelli come lui…), vissuto all’insegna della solidarietà e del sogno luminoso di una società perfetta, abitata dalla felicità più contagiosa possibile.

“Non può mancare a pro degli ascoltatori la speranza e l’augurio di emozionarsi, pur di fronte a questa musica umile ma sempre varia nei ritmi e nei toni, riscattandosi dalla brutalità corrente sul sentiero del BELLO purificatore…”

 

Le singole canzoni:

NA STORIA D’AMMORE

Nasce come solo motivo musicale, frutto spontaneo della sofferta delusione procurata al timido autore diciottenne dal suo primo amore perduto. Il dolore si contestualizzerà poco tempo dopo con parole emerse dal bisogno di comunicare questa vicenda personale, dove il vento carezzevole e sfuggente sta a metafora di un finto sentimento ciarliero e il fuoco del braciere allude alla cenere generata dalla falsità affettiva. Solo la luna, imbiancandosi nel viso come lui, mostra una tenera solidarietà…

VALZER SCACCIA COVID

Unica dell’Album ad essere stata creata di recente, nella primavera-estate 2021, quando dalle ingiurie della pandemia sembra si stesse passando a una sicura  ripresa per la salute fisico-mentale ed economica degli Italiani. Il bisogno di liberazione è espresso auguralmente dalla terminazione in a’ di quasi tutti i versi, distribuiti in tre strofe di prevalenti ottonari e dal ritmo musicale caratterizzato da moto circolare e insieme “stretta interpersonale” vincolante. E così si passa dall’inferno della prima,  all’attesa speranzosa (ovillànne…ovilloco…oviccà) della seconda (purgatorio), al giubilo del paradiso nella terza, con la cacciata definitiva dell’importuno (Sciò ccà e sciò lloco e sciò llà!): due contrapposte onomatopee napolitane, di avvicinamento e di allontanamento. Non può mancare, derivato dal culto popolare nostrano, il <<grazie>> alla celeste Regina e al Padre salvatore…

NONNA NONNA

Solo a metà classica ninna nanna, di un padre questa volta, all’irrequieto neonato disturbatore del suo sonno e dunque “minacciato”, nel primo Ritornello, di non guadagnarsi l’angelicità, perdendo l’immancabile volo al Cielo, con ali ritmate al battito del cuoricino. Segue meditante trepidazione “più persuasiva”, dal valore generale: se su questa Terra  il male è inestirpabile, meglio rimanere lassù… un invito ribadito nel Finalino. Forse per inconscio desiderio di morte terrena onde salvare l’unica felicità possibile per tutti, non essere mai nati o perire  alla nascita?

NATALE IN BORGATA

Canto in coro-girotondo di bimbi, i più penalizzati dalle sperequazioni sociali e geografiche glo-cali, a estrema condanna apparentemente scherzosa di un Natale non uguale per tutti!

La satira, perennemente attuale e sacrosanta, si ripete tre volte, quante sono le strofe di questa canzone – meglio, filastrocca – volutamente “swingata”, a sottolineare Il giusto sarcasmo per l’”andazzo mondiale” ormai insopportabile. Esso è metaforizzato: nell’amaro contrasto con la carità predicata da Gesù per sanare ogni diseguaglianza in questo mondo; nel furto dell’oro di uno dei Re magi (Melchiorre), associato all’imposizione di tacere come pecore; infine nella esplicita protesta a rivoltare una Terra costretta a testa in giù, affinché i pochi smettano di “afferrare” (PA’ PA’ PA’ PA’ PA’ PA’ PAPPA!!) a danno e morte di molti.

BAMBINO    

Esprime la tenera trepidazione di un padre per il proprio figlioletto, indirizzato verso valori come la libertà, la giustizia, il rispetto della Natura e l’Amore: proprio quelli di cui l’attuale società difetta oltremodo e per cui dovrà combattere da solo, se ha interiorizzato veramente il “mestiere dell’Uomo”… Alle amarezze e disillusioni che questa battaglia di sicuro gli riserverà, ossia a fronte del TERRIBILE MISTERO DEL MALE, tragedia esistenziale di tutti gli esseri umani,  il papà è incapace di dare risposte. Suo figlio potrà tuttavia temprarsi e “resistere”,  immergendosi negli spettacoli naturali, quali lo spuntar del sole, il rinverdirsi del paesaggio in primavera e il volo bizzarro di rondini al tramonto, TRE SUBLIMI MISTERI DI BELLEZZA…

MENO UNO

Epicedio moderno, per un amico mancato ai vivi, proprio Lui, “povero Cristo”, non blasfemicamente migliore di tutti…L’insensibilità a una morte prematura, purtroppo abbastanza diffusa, carica di maggior afflizione il dolore specifico per dover fare a meno, nella “conta” aritmetica degli ospiti di questo mondo, di un idealista puro e integerrimo. Perché non apprezzare in vita uno dal carattere apparentemente scontroso per solo attaccamento a libertà, giustizia, inarrivabile amore altruistico? Fa rabbia tutto ciò, anche perché offende quel “po’ di buono” che c’è in noi e che si cerca di compiere, destinato però all’indifferenza di molti. Di qui il marcato stop finale, che suona pesantissima accusa!

 

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Pasquale Curcio: Arrangiamenti e Registrazione

Cristina Mazzaccaro: Voce (Na storia d’ammore e Nonna nonna)

Fausto Mesolella:  Arrangiamenti (Na storia d’ammore e Nonna nonna)